Il crowdfunding nel mondo ha una storia antica.
Nei nostri articoli passati vi abbiamo già raccontato “Cos’è il crowdfunding” e di come la costruzione della Statua della libertà a New York sia strettamente collegata a questo strumento di finanziamento. Nel 2015 le piattaforme attive di crowdfunding nel mondo erano 452, di cui 15 in Italia. A distanza di anni da quel fatidico episodio, qual è lo stato attuale del crowdfunding nel mondo odierno?
I PAESI
La Cina
In Cina nello stesso anno si contavano circa 200 piattaforme.
Nel 2016 il Paese asiatico aveva creato un mercato di 2,2 miliardi di dollari portando a raddoppiare il numero di piattaforme cinesi, con numeri ancora più vertiginosi negli ultimi anni. Non a caso è stato stimato che il crowdfunding cinese riuscirà a portare investimenti per un valore di 50 miliardi di dollari entro 5/6 anni.
Un’altra dinamica del commercio molto popolare in Cina, mentre quasi assente qua in Occidente, è quella del pre-sale. Un modo per poter ottimizzare i costi e mantenere così competitivi i prezzi è sapere quante unità produrre. Avere un surplus di oggetti prodotti comporterebbe un costo maggiore da dover spalmare sulle unità vendute, facendo ricadere questi costi extra sul portafogli degli utenti. Se invece un’azienda sa bene o male quante unità produrre, ecco che può regolarsi di conseguenza ed evitare sprechi.
Da questa meccanica nasce YouPin (“prodotti” in cinese), ovvero quella che apparentemente è una vera e propria piattaforma di crowdfunding. In realtà basta analizzarla meglio per capire che non siamo propriamente di fronte ad un’alternativa cinese a Kickstarter o Indiegogo. Su queste è molto facile che i progetti non passino la valutazione del pubblico, dato che chiunque può proporre la propria idea, con tutti i pro e contro del caso.
La Russia
Anche in Russia l’anno tra il 2015 e il 2016 ha portato la massima attenzione sul fenomeno del crowdfunding. La piattaforma più usata nel Paese è “Planeta” e ospita progetti di diverso genere, da idee legate al mondo del profit fino a progettualità del terzo settore.
La piattaforma, nel 2016, ha ospitato un totale di circa 2.000 progetti arrivando a raccogliere 500 milioni di rubli. Il trend in Russia è certamente positivo visto che lo scorso anno Planeta è riuscita a raccogliere più di 800 milioni di rubli, finanziando quasi 9.000 progetti.
A dimostrazione di quanto il crowdfunding sia ormai penetrato nella mentalità russa e non soltanto limitato a Planeta, la seconda piattaforma di crowdfunding più usata in Russa è “Boomstarter”. Definito da molti come il corrispettivo russo di Kickstarter, la piattaforma nel 2018 ha finanziato progetti per più di 300 milioni di rubli.
L’Europa
In Europa la piattaforma regina è certamente Ulule con il record di 27.536 progetti interamente finanziati dalla sua nascita e più di 2,5 milioni di donatori in tutto il mondo. Il mercato europeo del crowdfunding valeva più di 5 miliardi soltanto nel 2015 con la Gran Bretagna a trainare il trend.
Gli USA
Negli Stati Uniti Kickstarter, con i suoi 4,2 miliardi di dollari raccolti, resta la piattaforma che più di tutte ha fatto scuola, ma gli usi del crowdfunding non rimangono solamente legati a progetti imprenditoriali. Negli USA il crowdfunding permea oggi tutti i settori della società, politica inclusa.
Un esempio di questo fu il caso di Obama: La campagna per le presidenziali del2008 fu vinta anche grazie alla raccolta fondi effettuata attraverso il suo sito, la quale portò a raccogliere grazie alle micro-donazioni dei suoi sostenitori più soldi di quelli del suo avversario repubblicano.
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